Gruppo Cap: perché un mockumentary sull’acqua pubblica?

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L’acqua è nutrimento, innovazione e presenza quotidiana sul territorio” è quasi un mantra per Gruppo Cap, la società pubblica che gestisce il ciclo idrico della Città metropolitana di Milano. E quando l’utente è un cittadino, prima di essere un cliente, l’attenzione alla sostenibilità e i doveri verso il territorio diventano prioritari rispetto a tutto il resto – soprattutto il profitto.

Ecco spiegato il motivo dell’impegno di Cap nell’informare e stimolare le coscienze sui temi della sostenibilità e dei comportamenti consapevoli. Senza contare le battaglie contro gli sprechi e il climate change sfruttando la carta dell’innovazione. Il tema centrale è che si tratta di grandi sfide che possono essere affrontate solo se si alimenta una comunione di intenti, che va dall’industria idrica alla mano che gira il più remoto e periferico dei rubinetti.

L’Italia, tra i 28 paesi dell’Unione Europea, è quello con il maggior prelievo di acqua potabile (34,2 miliardi di metri cubi), ed è al primo posto per consumo pro-capite con 220 litri al giorno per abitante”, sottolinea Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap. “Oggi, il paese necessita di importanti investimenti infrastrutturali anche e soprattutto nel settore idrico, dove le perdite di rete sono superiori al 42%”.

In sintesi la campanella di emergenza sta suonando, ma nella cacofonia del nostro quotidiano sembra non riuscire ad emergere. A volte però basta un’idea di leggerezza: quelle le elevano, non che ristagnano nella superficialità…

Il mockumentary

Luis Buñuel nel 1932 sperimenta una nuova forma di pseudo-documentario con il cortometraggio Las Hurdes: Tierra Sin Pan (in italiano Terra senza pane). Dagli anni ’60 il cosiddetto mockumentary – parola macedonia composta da mock e documentary, appunto finto documentario – diventa uno strumento narrativo capace di far pulsare il cuore di storie e racconti. Ed è esattamente da questo terreno che è germogliato il podcast The Source, un podcast di climate-fiction che punta a sensibilizzare il grande pubblico sui temi ambientali. Gruppo Cap ha compreso che le problematiche universali a volte hanno bisogno di essere sottratte all’astrazione per trasformarsi in esperienze soggettive ed empatiche.

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Quale modo migliore per esplorare le conseguenze dei cambiamenti climatici se non affidarsi a una sorta di sceneggiato radiofonico? È un gioco distopico quello che vive l’ascoltatore di questo podcast – per altro già disponibile sulle principali piattaforme streaming come ad esempio Spotify, Apple Podcast e Google Podcast. Da una parte segue la vicenda come se fosse un comune radioascoltatore; dall’altra vive un prequel di quel che un giorno potrebbe concretizzarsi nelle nostre vite a causa della siccità, delle carenze di risorse fondamentali e di una possibile crisi economica. Gruppo Cap aspira a offrire un punto di vista sul pianeta, le città, il nostro quotidiano apparentemente invisibile.

Volevamo raccontare uno scenario distopico ma realistico, legato ai cambiamenti climatici per dare un chiaro segnale: se non interveniamo adesso con investimenti e cultura sulle nostre risorse ambientali e idriche, lo scenario di The Source non è solo probabile ma certo”, spiega il presidente di Gruppo Cap. “L’acqua, elemento vitale alla base della nostra esistenza, dev’essere tutelata e rispettata proprio come si fa con un essere vivente. The Source vuole essere una satira intelligente e provocatoria che ci spinge a pensare, chiamandoci tutti in causa”.

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La forza dei numeri

Gruppo Cap porta l’acqua nelle case di circa 2,4 milioni di persone in oltre 150 comuni. La rete  dell’acquedotto conta oltre 6500 km, con 729 pozzi, 175 case dell’acqua e 345 impianti di potabilizzazione. Inoltre, in qualità di socio fondatore di Water Alliance – Acque di Lombardia, Cap collabora con altre dodici società idriche in-house del territorio. E infine con la utility dell’idrico di Parigi, della Grecia e della Scozia, è tra i referenti chiave della coalizione Aqua publica europea, l’associazione internazionale per la promozione della gestione pubblica dell’acqua.

L’autorevolezza è un tratto distintivo del Gruppo perché la gestione dell’acqua è il suo quotidiano da oltre 90 anni. Esattamente dal 27 febbraio del 1928, quando alcuni comuni del bacino del Seveso decisero di consorziarsi per portare l’acqua nel milanese. Il fil rouge con oggi è manifesto. “Gruppo Cap, nel piano di Sostenibilità presentato nel 2019, ha fissato un importante obiettivo da centrare entro il 2033: ridurre gli sprechi di acqua potabile – stimati in 20 milioni di metri cubi – incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi come irrigazione e pulizie, passando dagli attuali 750mila metri cubi a ben 6 milioni di metri cubi”, conclude Russo.

La concretezza di ieri si specchia in quella di oggi.

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